Capita a molti di ritrovarsi alle prese con un fastidioso prurito alla gola. Non si tratta di un vero e proprio mal di gola, quanto piuttosto di una sensazione di solletico continuo, che solo in alcune occasioni evolve in dolore.
A seconda dei casi, per porvi rimedio può essere necessario evitare gli ambienti troppi secchi, alcuni alimenti irritanti, il fumo o abitudini poco corrette, come sdraiarsi subito dopo aver mangiato.
Tuttavia, non sempre bastano rimedi di questo tipo, perché alla base del prurito, soprattutto se persistente o associato ad altri sintomi, possono esserci cause che devono essere gestite in modo più specifico, talvolta anche ricorrendo all’assunzione di farmaci dopo indicazioni del medico o del farmacista.
Le cause del prurito alla gola
Il prurito alla gola senza dubbio può essere un sintomo clinico di faringite (l’infiammazione della faringe che viene comunemente chiamata “mal di gola”), anche cronica e, in alcuni casi, può essere una delle manifestazioni dell’infiammazione di laringe o trachea (chiamate rispettivamente laringite o tracheite).
In caso di faringite, il prurito alla gola può essere associato a dolore a gola e orecchie, alterazioni della voce (nello specifico, abbassamento e raucedine), fastidi durante la deglutizione e tosse.
E, sempre a proposito di tosse, da uno studio è emerso che, quando questo disturbo si presenta in forma cronica, il sintomo più spesso associato alla tosse è proprio il prurito alla gola. Il raffreddore, invece, raramente è associato a questo fastidio. Lo stesso si può dire dell’influenza.
In effetti, la presenza di prurito alla gola è uno degli indizi che permette, nel dubbio, di distinguere le allergie respiratorie da raffreddore e influenza in quanto prurito e pizzicore sono fastidi più caratteristici dei casi in cui alla base di tutto c’è una reazione allergica. Per esempio, in caso di rinite allergica le mucose, infiammate, diventano più sensibili e reattive sia all’allergene responsabile della rinite (per esempio alcuni pollini, gli acari della polvere o il pelo di alcuni animali) sia ad altri allergeni o ad altri stimoli di per sé non allergizzanti (come forti odori e altre sostanze irritanti).
Oltre ai classici sintomi a livello del naso, ne possono comparire anche altri, incluso prurito e arrossamento degli occhi (talvolta associati a lacrimazione), tosse e, appunto, prurito alla gola.
Un altro caso è quello della sindrome orale allergica. Anche questo tipo di allergia scatena un prurito localizzato a livello del palato molle, cioè la parte posteriore del palato. A volte il fastidio può estendersi anche più in basso, verso la gola.
La presenza contemporanea di altri sintomi caratteristici (arrossamento, bruciore, gonfiore e, ancora una volta, prurito a livello delle labbra, dell’interno della bocca e della lingua) permette di distinguere il prurito alla gola dovuto a una sindrome orale allergica da quello attribuibile ad altre cause. Lo stesso palato molle, oltre a prudere, può gonfiarsi, arrossarsi e bruciare.
Questo tipo di allergia è tipicamente scatenata da frutta (fresca e secca) e verdura, soprattutto crude, ma può essere associata anche al consumo di legumi, patate e frumento. Spesso gli alimenti che, da crudi, provocano il prurito alla gola diventano innocui una volta cotti; tuttavia, può capitare che un cibo scateni prurito anche dopo la cottura. In altri casi per evitare il problema è necessaria una sola precauzione: eliminarne la sua buccia o l’alimento stesso.
Un aspetto interessante della sindrome orale allergica è la sua associazione con allergie scatenate da pollini. Il 75% delle persone allergiche alla betulla hanno anche una sindrome orale allergica, e non sono le uniche: anche gli allergici alle graminacee, all’ambrosia e all’artemisia possono finire per ritrovarsi alle prese con gonfiore, bruciore e prurito a gola e cavo orale quando mangiano una certa tipologia di frutta o verdura, specialmente se crude.
Inoltre, la sindrome orale allergica può essere associata anche alle allergie al lattice.
Infine, spesso il prurito alla gola viene descritto come possibile sintomo del reflusso gastroesofageo, o meglio di quello che viene più correttamente chiamato reflusso laringo-faringeo, causato dalla risalita del contenuto dello stomaco nell’esofago, fino ad arrivare appunto a laringe e faringe.
Come curare il prurito alla gola
Spesso quando la gola prude vengono consigliati semplici rimedi casalinghi come mangiare ghiaccioli o aggiungere un po’ di miele al tè.
Di sicuro, mantenere la mucosa umida e idratata è una buona idea perché favorisce, in generale, il benessere della gola, oltre che del resto dell’organismo. In alcuni casi di fastidio alla gola dà più sollievo bere bevande calde, come tè e brodi, da assumere a piccoli sorsi se il prurito è associato a dolore; in altri, invece, per alleviare il fastidio sono più efficaci le bevande fredde. Inoltre, anche ricorrere a un umidificatore può rivelarsi utile.
Tuttavia, per essere efficace, il trattamento del prurito alla gola deve tenere in considerazione la sua origine. Infatti, cause diverse possono richiedere terapie più o meno specifiche: per esempio, in caso di faringite il medico può consigliare l’assunzione di rimedi che possono aiutare a lenire la mucosa irritata e ridurre l’infiammazione alla base del fastidio, solitamente a base di farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS). A questi possono essere associati, per esempio, gargarismi con acqua salata.
Se il medico, in base ai sintomi associati ed eventualmente all’esecuzione di un tampone faringeo, arriva alla diagnosi di faringite batterica, potrà prescrivere un trattamento a base di antibiotici. In modo simile, per veder scomparire il prurito alla gola dopo l’esposizione a un allergene il medico dovrà prescrivere terapia antiallergica a base di farmaci antistaminici.
In caso di allergie, però, il metodo migliore per evitare il prurito alla gola è basato sulla prevenzione, che consiste nell’evitare l’esposizione all’allergene scatenante.
Quando rivolgersi al medico
Purtroppo, non in tutti i casi il prurito alla gola svanisce così velocemente com’è comparso. In particolare, nel caso in cui alla sua base ci sia un’infezione virale o batterica, l’intervento del medico è fondamentale, perché si tratta dell’unica figura in grado di stabilire se sia o meno il caso di ricorrere all’assunzione di farmaci che potrebbero necessitare di ricetta medica (soprattutto i già citati antibiotici).
Per questo, se il prurito alla gola è associato ad altri sintomi (come febbre, tonsille ingrossate, difficoltà respiratorie o congiuntivite) è bene non temporeggiare e fissare un appuntamento per un consulto a breve termine.
In altri casi, il medico potrebbe ritenere opportuno prescrivere degli accertamenti o suggerire di rivolgersi a uno specialista (per esempio a un allergologo) per indagare meglio le cause del fastidio.
Infine, in seguito agli accertamenti, il medico potrebbe suggerire anche opportuni aggiustamenti dello stile di vita. Per esempio, dopo una diagnosi di reflusso laringofaringeo potrebbe essere consigliato di evitare alcuni alimenti e bevande (pietanze piccanti, pomodori, cioccolato, cibi e bevande contenenti caffeina, agrumi, alcolici), pasti abbondanti e di coricarsi subito dopo aver mangiato, di smettere di fumare, dormire con la testa leggermente sollevata e, se necessario, perdere peso.