Febbre: perché viene, sintomi e cosa fare
La febbre è una manifestazione molto comune sia in età adulta sia, soprattutto, in età pediatrica, che può insorgere in associazione a numerose malattie, principalmente di natura infettiva o infiammatoria, come per esempio la comune influenza, malattie da raffreddamento virali, la tonsillite batterica, le malattie esantematiche dei bambini e le infezioni delle vie urinarie o a carico dell’intero organismo.
Benché l’innalzamento della temperatura corporea tipico della febbre sia generalmente associato a un malessere più o meno intenso, contrariamente a quanto molti pensano non si tratta di un fenomeno dannoso, da contrastare il più rapidamente possibile, ma di un meccanismo di difesa che aiuta l’organismo a eliminare gli agenti patogeni e a guarire in modo più rapido ed efficace.
Esserne consapevoli e capire quando e come la febbre deve essere contrastata è molto importante per bilanciare i vantaggi associati alla sua presenza con la necessità di alleviare i disturbi che tipicamente la accompagnano, come il mal di testa e i dolori a ossa e muscoli.
Cos’è la febbre
Quando si parla di febbre ci si riferisce a un innalzamento della temperatura corporea ascellare o orale al di sopra rispettivamente di 37,2°C o 37,5°C (valore corrispondente alla soglia superiore della maggioranza delle persone in condizioni di salute).Quando la misurazione avviene a livello del retto, invece, si considera un valore soglia per la febbre un po’ più alto, pari a 38,0°C, perché in questa sede la temperatura è fisiologicamente maggiore.
In genere, per affermare che è effettivamente presente febbre, il rialzo termico deve persistere per un periodo di tempo superiore a qualche ora, dal momento che modesti innalzamenti transitori della temperatura corporea possono essere legati anche a fenomeni non patologici, come un pasto abbondante, l’esecuzione di attività fisica intensa, l’esposizione protratta a temperature ambientali elevate, un episodio di forte agitazione/ansia o sbalzi ormonali (per esempio, legati all’ipertiroidismo o alla menopausa femminile).
In condizioni di salute, la temperatura corporea è mantenuta relativamente costante, in un intervallo di valori variabile da 36,5°C e 37,5°C, andando incontro a oscillazioni caratteristiche nel corso delle 24 ore. In particolare, la temperatura corporea tende a essere un po’ più bassa al mattino e un po’ più alta dopo i pasti e di sera. Questa regolazione è garantita dall’ipotalamo, una zona del cervello che, tra le sue innumerevoli funzioni, ha anche quella di agire da “termostato” per tutto l’organismo.
La temperatura impostata nel “termostato ipotalamico” è circa 37,0°C. In condizioni di salute, quando l’organismo si “surriscalda” a causa dell’attivazione del metabolismo o per ragioni ambientali (come un aumento della temperatura o dell’umidità esterni che impediscono di disperdere passivamente il calore corporeo in modo efficiente), l’ipotalamo percepisce l’aumento “anomalo” e attiva una serie di meccanismi attivi per riportare la temperatura nell’intervallo fisiologico (sudorazione, stimolo della sete ecc.).
Quando un virus o un batterio entrano nell’organismo e causano un’infezione oppure quando si verificano altre circostanze che determinano un’attivazione del sistema immunitario, la temperatura di riferimento del termostato ipotalamico viene temporaneamente aumentata di uno più gradi, permettendo all’organismo di raggiungere temperature corporee più elevate, corrispondenti appunto allo “stato febbrile”.
Ciò avviene grazie all’attivazione da parte dell’ipotalamo di una serie di meccanismi fisiologici orientati a produrre maggiori quantità di calore e a ridurne la dispersione. I brividi, la pelle d’oca e il pallore che spesso si associano alla febbre alta hanno questo scopo: la contrazione spontanea disorganizzata delle fibre muscolari che dà luogo ai brividi produce calore, mentre l’erezione della peluria e la vasocostrizione cutanea ne riducono la perdita verso l’esterno.
L’innalzamento della temperatura corporea tipico della febbre permette di creare un ambiente interno meno favorevole alla sopravvivenza dei virus e dei batteri che hanno aggredito l’organismo e di accelerare tutte le reazioni biochimiche e i processi cellulari di difesa, con il risultato di aiutare il sistema immunitario a debellare l’infezione più in fretta.
Come si manifesta la febbre
La reazione termica difensiva della febbre non è una condizione normale per il corpo umano, che si trova a dover scontare, come contropartita, alcuni disturbi caratteristici.
I fastidi più comuni, sperimentati praticamente da tutte le persone adulte durante un episodio febbrile di una certa importanza, sono:
- mal di testa
- sudorazione
- brividi
- malessere generale
- dolori a ossa e muscoli
- inappetenza, nausea
- irritabilità
- disidratazione
- affaticamento, stanchezza.
Nei bambini, segni e sintomi tipici della febbre possono essere in parte differenti, anche in relazione all’età e alla causa che ha determinato l’innalzamento della temperatura. Per esempio, i neonati possono diventare particolarmente agitati e irritabili o, al contrario, apatici e letargici (difficili da tenere svegli), mentre i bambini in età scolare possono sentirsi relativamente bene, giocare e avere appetito, come se nulla fosse.
In alcuni casi, neonati e bambini di età compresa tra 6 mesi e 5 anni, durante la fase di innalzamento della temperatura o di “sfebbramento”, possono andare incontro a episodi convulsivi, caratterizzati da scatti muscolari involontari bruschi, in diverse parti del corpo. Benché abbastanza impressionanti per i genitori, queste manifestazioni nella quasi totalità dei casi sono innocue e si risolvono da sole in poco tempo, senza causare danni al bambino.
Lo sfebbramento, in termini medici, è indicato come “defervescenza” ed è la terza delle fasi febbrili, dopo la fase “prodromica” (innalzamento della temperatura corporea) e la fase di “acme febbrile” (temperatura massima raggiunta prima dell’inizio della discesa verso i valori normali).
In generale, la febbre e le sue manifestazioni non sono pericolosi per la salute e non devono preoccupare. Tuttavia, è necessario consultare il medico o il pediatra, che potranno decidere se approfondire o meno il quadro clinico con alcuni esami del sangue e delle urine per arrivare a una diagnosi precisa.
Negli adulti, i principali comprendono:
- febbre ≥ 39,4°C
- mal di testa molto intenso
- rash cutaneo
- ipersensibilità alla luce
- rigidità e dolore al collo (specie quando lo si piega)
- confusione mentale, alterazioni del comportamento, difficoltà a parlare
- forte nausea, vomito ripetuto
- difficoltà a respirare e/o dolore al torace
- dolore addominale significativo
- bruciore o dolore quando si urina
- convulsioni, svenimento.
Nei neonati e nei bambini più piccoli, invece, si deve consultare il medico in presenza di:
- temperatura rettale ≥ 38,0°C prima dei 3 mesi di vita
- temperatura rettale > 38,9°C tra 3 e 6 mesi di vita oppure inferiore, ma associata a irritabilità o letargia
- temperatura rettale > 38,9°C tra 6 e 24 mesi di vita, che persiste per più di un giorno o associata a forte raffreddore, tosse e/o diarrea.
Dopo i 2 anni si deve consultare il pediatra se il bambino con febbre:
- è apatico, confuso, poco interattivo (perdita di contatto oculare)
- è irritabile, vomita ripetutamente, ha forte mal di testa, mal di gola, mal di stomaco, diarrea o altri sintomi fonte di significativo malessere
- presenta febbre dopo essere stato a lungo in un luogo molto caldo (auto al sole senza aria condizionata, spiaggia nelle ore più calde ecc.)
- ha febbre di durata superiore a 3 giorni
- va incontro a un episodio di svenimento
- ha convulsioni (sempre al primo episodio, in caso di manifestazioni prolungate e dopo i 6 anni).
Quali sono le cause della febbre
Le possibili cause della febbre sono numerose e di natura molto diversa tra loro, anche in relazione all’età della persona interessata. Tuttavia, nella maggioranza dei casi si tratta di condizioni transitorie, non gravi e facilmente gestibili, con il consulto del medico, a domicilio.
Le situazioni che più spesso si associano al riscontro di una temperatura alta, compresa tra 37,5°C e 40,0°C comprendono:
- infezioni respiratorie virali (influenza, malattie esantematiche dei bambini, faringite, tracheite od otite virali ecc.)
- infezioni respiratorie batteriche (faringite/tonsillite batterica, bronchite, polmonite ecc.);
- gastroenteriti virali o batteriche
- infezioni batteriche delle vie urinarie
- infezioni batteriche della pelle o delle mucose (per esempio, ascessi dentali)
- appendicite acuta
- pancreatite
- epatiti virali
- malattie infiammatorie croniche o autoimmunitarie (come artrite reumatoide, malattie infiammatorie croniche intestinali, lupus eritematoso sistemico ecc.)
- colpo di calore
- alcuni tipi di vaccinazione (antinfluenzale, antitetanica ecc.).
La prevenzione della febbre di per sé non è possibile, ma per evitare di sperimentarla si possono adottare una serie di misure in grado di abbassare il rischio di contrarre le infezioni virali e batteriche.
In particolare, si dovrebbe:
- sottoporsi a tutte le vaccinazioni obbligatorie e raccomandate per l’età pediatrica e adulta (anche in occasione di viaggi in luoghi a rischio)
- seguire adeguate norme igieniche (usare mascherine protettive in luoghi affollati, specie se chiusi/poco aerati; stare lontani da persone con sintomi di infezione respiratoria ecc.)
- lavare sempre le mani dopo aver frequentato mezzi di trasporto o luoghi pubblici, essere stati in bagno e aver toccato piante o animali, prima di mangiare o cucinare, interagire con bambini piccoli o persone anziane/fragili ecc.
- evitare di toccare il naso, la bocca e gli occhi con mani non perfettamente pulite, soprattutto quando si è fuori casa
- non condividere bicchieri, posate, bottigliette d’acqua o borracce ecc. con altre persone (compresi familiari o amici).
Cosa fare quando si ha la febbre
Per quanto possa sembrare banale, la prima cosa da fare quando si pensa di avere la febbre è misurarla correttamente. Soltanto in questo modo, infatti, si può stabilire l’entità effettiva del rialzo termico e riferire il corretto valore al medico.
Negli adulti e nei bambini più grandi, la temperatura corporea si può misurare in modo semplice e rapido con un comune termometro digitale, inserito sotto l’ascella o in bocca (sotto la lingua) per il tempo necessario a ottenere il responso sul display, segnalato da un allarme sonoro dopo poche decine di secondi.
Soprattutto nei bambini può essere utile misurare la temperatura con un termometro auricolare o termometro rettale con punta flessibile.
A ogni età, si possono usare anche termometri elettronici a raggi infrarossi da orientare verso la fronte, tenendo il puntatore ottico a qualche centimetro di distanza.
Non è però utile misurare la temperatura corporea con una frequenza eccessiva, specie se i valori registrati non sono particolarmente allarmanti. Controllare la febbre 3-4 volte al giorno (mattino, pomeriggio e sera) è più che sufficiente per avere un quadro adeguato del suo andamento, senza creare eccessivo disagio alla persona ammalata.
Una volta verificato un innalzamento della temperatura corporea superiore a 38,5°C (o inferiore, in presenza di disturbi significativi), è bene riferirlo al proprio medico, che potrà consigliare di assumere un farmaco a base di un principio attivo antinfiammatorio non steroideo (FANS) o di un antipiretico, allo scopo di ridurre sia la febbre sia i sintomi associati (mal di testa, mal di gola, dolori a ossa e muscoli).
FANS o antipiretico possono essere assunti sotto forma di granulato da sciogliere in acqua o di sciroppo oppure in compresse, capsule o supposte, secondo le modalità riportate sulle confezioni o indicate dal medico o dal pediatra.
Se non si ottiene un’adeguata risposta alla terapia con FANS o antipiretico, somministrati ai dosaggi raccomandati, oppure se dopo 2-3 giorni di trattamento la febbre persiste o peggiora, è necessario interpellare nuovamente il medico o il pediatra per una visita di controllo.
In questi casi, all’origine dei disturbi potrebbe esserci una patologia di natura batterica da trattare con antibiotici, che devono essere sempre assunti dietro prescrizione del medico e seguendo rigorosamente le sue indicazioni. A riguardo, va ricordato che gli antibiotici sono del tutto inutili contro i virus.
Ulteriori consigli pratici che può essere utile seguire in caso di febbre comprendono:
- restare a riposo a letto, per favorire il recupero
- bere in abbondanza, per compensare la perdita di liquidi dovuta alla sudorazione
- assumere alimenti digeribili e nutrienti, senza sforzarsi se non si ha appetito
- in caso di terapia antibiotica, assumere integratori a base di prebiotici e probiotici
- indossare indumenti leggeri per facilitare la dispersione del calore corporeo
- mantenere la temperatura della stanza intorno ai 18-20°C
- aerare spesso la stanza, senza prendere freddo.